€uro

Io lo sapevo che le cose sarebbero cambiate, ma gli specialisti alla TV dicevano che il mio allarmismo era totalmente ingiustificato.
L’arrivo dell’euro, a sentir loro, sarebbe stato un problema solo per qualche vecchio rincoglionito o per due analfabeti sbarcati qui dopo esser vissuti su un baobab.
Invece, sto cazzo.
Questi scemi hanno fatto i conti solo con una metà dei nostri cervelli, quella che ci ricorda che un euro vale quasi due vecchie carte.
Ma l’altra metà, che vive di sentimenti, di emozioni, di ricordi e di fantasie, non l’hanno proprio considerata. La metà di cervello che mi fa vedere un euro come se fosse una monetina da nulla, che mi fa cacciare i cinque euro in allegria… “Quanto fa?”, “Cinque euro!”, “Solo? Ecco a lei!”.
E un vecchio deca se ne è andato…
L’altro giorno ho comprato delle stronzate allucinanti al supermercato, perché erano in offerta “TUTTO A 3 EURO”. Mi sono detto “Be’, però, solo tre euro…”.
Se fossero costate seimila lire, non le avrei mai comprate.

So benissimo che l’hard disk da 270 euro che ho preso un paio di mesi fa mi ha fatto volar via più di mezzo milione, però quando ho visto il prezzo l’altra parte del mio cervello mi ha proprio strillato nelle orecchie “270 euro? Cazzo, compralo subito!”

Tutto sembra dimezzato, e alla fine i vecchi rincoglioniti li trovo al supermercato con le loro brave calcolatrici, al punto che la prudenza li porterà a risparmiare e io, il giovane sveglio, a comprare stronzate perché costano solo.

Dall’arrivo dell’euro sono diventato povero. L’altro giorno sono andato in banca e mi sono accorto che avevo più soldi nel cruscotto della macchina.
Tutta questa maledetta moneta la butto lì, perché è nel mio DNA, perché lo faccio da quando ho la macchina, perché da sempre, sempre, sempre, abbiamo avuto questa sorta di stizza nei confronti della moneta. L’abbiamo sempre sottovalutata. Magari mi fermavo a raccogliere 50 lire solo per il gusto di averle trovate, e poi se me ne cadevano a terra 200 mi permettevo il lusso di lasciar pedere, se non le trovavo al volo.
Appena salivo in macchina, travasavo le monete dalle tasche al cruscotto.
E continuo a farlo, ma ora queste maledette monete valgono una fortuna. Qualche notte un drogato mi sfonderà i vetri solo per rubarmi le monete dal cruscotto. E non c’è verso di liberarsene. Appena compro qualunque cosa, allungo una banconota e mi ritornano manciate di merdosissime monete.
Io le poso da qualche parte, poi devo pagare 12,65 e la ruota ricomincia a girare. Ora mi sono imposto di mettere tutte le monete vaganti in un salvadanaio, così alla fine dell’anno, quando lo aprirò, riavrò indietro la metà dei miei soldi.

E mi sembrano sempre pochi. Se prima uscivo di casa con 50 carte mi sentivo ricco. Se adesso ho in tasca 20 o 25 euro mi sembra di non essere abbastanza coperto. E se mi succede qualcosa? Se mi capita di aver bisogno? Vabbé, dai, prelevo. E via di bancomat, dal quale prelevo cifre che vanno dai 50 ai 100, come una volta. Solo che adesso in realtà ne sto prelevando dai 100 ai 200, ma si torna alle due metà di cervello. Il taglio più piccolo è 20, e quella mia parte di cervello mi dice: “20?? Ma che cazzo fai, prelevi solo 20? Ma allora non prelevare nemmeno…”. E così prelevo cinquanta. Se non ho un niente da fare. Se sto per andare da qualche parte con gli amici, prelevo 100.

Quando i DVD costavano 40.000 lire ne compravo molto pochi, ma da quando costano solo 19,95 euro ne compro molti di più. Stessa cosa per i giochi: 120 carte per un videogioco erano decisamente troppe, ma ora che costano solo 50 euro, o 60, allora tutto cambia e sulla mia mensolina i giochi aumentano in allegria.

Nel frattempo, inoltre, tutto è silenziosamente aumentato. Le mie Lucky Strike, per esempio, che costano 3 euro al pacchetto, per fare cifra tonda. Le cifre tonde non so quanti centesimi o millesimi mi avranno già spillato, ma ho paura che se mi mettessi a contare anche quelli un po’ mi girerebbero le gonadi.
D’altra parte, i piccoli tagli sono terrificanti. L’autostrada fino a Milano mi costa 2,10€ e se per caso ho appena svuotato il cruscotto e non ho quei merdosi dieci cent mi trovo in cambio una bella manciata di monetine del cazzo, che poso nel cruscotto e dimentico lì. Quindi è come se l’autostrada l’avessi pagata 10€, perché è proprio quella la cifra che ho smesso di possedere da quando sono sceso dalla macchina.

Dei distributori automatici di sigarette e quant’altro non voglio nemmeno parlarne. Davanti a loro, mi accorgo che anche la mia confidenza con l’aspetto esteriore dell’euro è ancora piuttosto acerba. Per esempio, non ho ancora capito da quale cazzo di parte si infila la banconota. Su 1000 distributori, ne avrò trovati 5 che avevano il disegnino con la banconotina e la freccina. In tutti gli altri, sono andato per tentativi. In almeno 150, non c’è stato verso di infilare la banconota. Alla fine sono sempre dovuto tornare alla macchina e prelevare un paio di manciate di monete per tentare con quelle.
I distributori, tra l’altro, restituiscono resti da un euro e cinquanta al massimo, quindi se sei sfigato e hai solo una banconota da dieci euro devi comprarti 18 vecchie carte di sigarette. E se eri lì solo per comprarti un pacchetto di cicche avrai l’alito profumato per i prossimi sei mesi.

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