Sulle strade

Mi spiace sbattervelo in faccia senza pudore, ma sono veramente felice. Sano come un pesce e con i soldi che mi escono dal culo. L’altro giorno passeggiavo in un bosco e sono inciampato in qualcosa di metallico. Incuriosito, ho estratto l’oggetto dal terreno e ho iniziato a levare la terra per vedere di cosa si trattava. Una vecchia lampada ad olio. Frega e frega, ci crediate o no, è sbucato fuori un genio. Mi dice: “Hai tre desideri, qual è il primo?”. “Mmh… voglio altri centomila desideri!”.
C’è rimasto di merda. Cosa si credono i geni, che siamo tutti coglioni?

E insomma, ora ho tutto quel che voglio. Io non sono come quei meschini che appena hanno soldi e successo piantano la compagna, o la moglie o quel che è e si mettono con la prima cretina che ha compiuto diciott’anni il minuto prima. Io e la mia compagna ne abbiamo passate veramente tante insieme e sono felice di condividere la mia nuova esistenza con lei. Certo, ora ha solo voglia di scopare e mi suggerisce di spargere calzini e magliette per casa, ma il fatto è che il genio ti legge anche nel pensiero…
Quindi state attenti quando suonate il clacson appena il semaforo diventa verde: potrei esserci davanti io. Nella migliore delle ipotesi vi si bucheranno le gomme, nella peggiore vi troverete con un pene asinino tra i glutei.

A proposito di macchine, sono appena rientrato da Pescara. Ci sono andato in autostrada, dove ho potuto constatare l’esistenza del famoso milione di posti di lavoro. Ormai tutti sanno che non amo Berlusconi, ma l’onestà viene prima di tutto (nella mia classifica intendo; in quella di Berlusconi credo venga dopo il decoupage). Il milione di posti di lavoro è una realtà concreta e sono stati tutti impiegati a fare lavori in corso sulle autostrade.

Perché uno dice: prendo l’autostrada che faccio prima.
Un cazzo.
Fai la coda, la strada fa schifo e ad ogni chilometro c’è un lavoro in corso. Stiamo lavorando per voi. Se vieni ad appendermi le tende a casa stai lavorando per me, se no mi sei solo in mezzo alle balle, tu e i tuoi cartelli stradali del cazzo. Fanno sempre e solo le solite due cose: o costruiscono la terza corsia, o mettono una toppa di asfalto su un buco. La terza corsia è il cartello più gettonato. E’ da quando ho cinque anni che mi passano davanti al finestrino questi annunci: “Stiamo ultimando la terza corsia”. Un giorno, prima o poi, l’uomo del futuro sentirà a reti unificate questa affermazione: “Abbiamo trovato la cura definitiva per il cancro!”. Ma credo che nessuno leggerà mai un cartello che dice: “Abbiamo finito tutte le fottute terze corsie!”.
La toppa di asfalto consiste invece nel chiudere una corsia quindici chilometri prima del buco, rimpire questi quindici chilometri di macchine, ruspe, camion, betoniere, personale, tizi con palette rosse e verdi e coprire il buco con alcune manciate di asfalto. Finito il lavoro, si sbaracca tutto e si va via. Passano cinquanta macchine sull’asfalto fresco della buca e se lo appiccicano sotto le ruote, finché dopo sei o sette giorni ritorna la buca e potete rileggere le due righe sopra perché tutto ricomincia.
Sono tornato di sabato sera. Mi sono detto con l’autostrada mi evito il casino in Riviera, tutti sti drogati che vanno a Rimini a ballare. Invece lavori in corso fino al migliore di tutti: uscita obbligatoria a Pesaro e rientro a Cattolica. Così ho preso l’autostrada, ho pagato quasi trenta euro e mi sono fatto anche la cazzo di Riviera Romagnola.

Poi ci sono questi cartelli assurdi. Guidare ubriaco può ucciderti, fai guidare un tuo amico! Non so se a voi della Società Autostrade vi è mai successo di essere al volante ubriachi fradici e avere nella macchina degli amici sobri che giocano a ripassare le domande del Trivial Pursuit. Per salire sulla macchina guidata da uno che non si regge in piedi devi essere più ubriaco di lui. Anche se in effetti, ora che ci penso, una volta è capitato che eravamo io, due chierici, un pompiere e un infiermiere. In car sharing. Loro erano stati al Festival dell’Altruismo, io alla degustazione di tutti i vini dell’Oltrepò Pavese. Mentre stavo vomitando e contemporaneamente urlando nel cellulare “Scotty, riportaci a bordo”, gli altri quattro compagni di viaggio proponevano all’unisono: “Guida tu per favore, noi siamo troppo sobri per fare tutta quella strada. Di notte poi”.

La stanchezza può ucciderti, fai una sosta. Ti fermi in un’area di sosta e dopo cinque minuti che hai chiuso gli occhi te li fanno riaprire una luce bianca sparata in faccia, una luce blu intermittente che si riflette nella notte e le forze dell’ordine che vogliono sapere chi sei, cosa fai, se stai bene, se ti sei drogato, se per favore gli dai patente e libretto e fai dar loro un’occhiata nel baule. La cosa del baule è meravigliosa. Probabilmente la statistica ha stabilito che quelli che trasportano armi, droga o un cadavere nel baule tendono a farsi una dormita nelle aree di sosta. Dio, sto guidando con un cadavere nel baule porco cazzo, non vedo l’ora di essermene sbarazzato. Ehi, un’area di sosta, vado a farmi una dormita!

Vai all’autogrill e sono tutti lì. Tu puoi aver guidato nel deserto, ma l’autogrill è pieno. A parte che bastano comunque sei persone per occupare tutto il bancone, a prescindere dalla sua dimensione.
Sono lunghi un chilometro e iniziano con la cassa e arrivano all’espositore dei CD passando per quelle zuccheriere grosse come acquasantiere e cinque o sei portatovaglioli e l’espositore di brioches secche (che non so a che ora devi andare per vederle fragranti) e resta lo spazio per due persone, che bevi il caffè con il gomito di qualcuno piantato nel costato per tutta la durata dell’operazione.
Se ti devi pulire la bocca non prendere quei tovaglioli da bar che sono l’invenzione più stronza dopo i tappi per le lattine, che tutti quando li vedono la prima volta dicono: “Geniale cazzo, tappi di plastica per lattine, così non mi si sgasa la cocacola quando la metto in frigo”. Li compri e li usi due volte nella vita perché in una lattina ci sono 33 cazzo di centilitri e o la finisci o ne avanzi un paio e li rovesci direttamente nel lavandino. Ma questi tovaglioli da bar non sfigurano nella bacheca delle stronzate ipergalattiche. Piccoli e fatti di una carta oleosa che te li passi sulle mani e ce le hai più lerce di prima. Se devi fare la miccia per una molotov probabilmente vanno bene, ma se devi toglierti le briciole dalla bocca e meglio se lasci perdere.

Pubblicità progresso: domenica c’è il referendum. Andate e votate 4 sì e da lunedì le ragazze si leveranno l’immagine dei 4 sì dal profilo di Facebook e rimetteranno la foto in bikini.

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