Alberi e feti

Volevo commentare questo bel post di Andrea Beggi, ma ha giustamente chiuso i commenti, più o meno quando qualcuno ha scritto “Come mai ci si indigna così tanto perchè sono stati tagliati degli alberi ed invece la soppressione di un feto viene sventolata come una conquista della donna progressista matura ed intelligente?”.

La soppressione di un feto, scelta sicuramente sofferta e che coinvolge spesso una donna e magari una famiglia, se ce l’ha, è un dolore che difficilmente può immaginare un uomo, soprattutto se ha deciso di vivere in castità. E’ una decisione personale, intima, che la accompagnerà a lungo nella vita. Probabilmente per sempre. Il solo parlarne come se fosse un vezzo, un capriccio, dovrebbe essere peccato mortale. Chi tanto si pronuncia in favore della vita, dovrebbe avere il buon senso di pensare alla vita di chi si trova in una situazione che potrebbe essere disperata. Magari, certo, perché no, a seguito di un errore. Ma gli errori li commettono tutti, al punto che Cristo (sì, proprio quello al quale si ispira l’istituzione che si impiccia dei fatti nostri, cattolici ma anche laici o qualsiasi persona che ha la sventura di vivere in questa nazione) disse un giorno: “Chi è senza peccato, eccetera”.

Se, infine, il leit motiv della tua fede è beati i poveri, allora fai il povero. Punto, basta. Non spendi un milione di euro per fare una gita a Genova, che i soldi arrivino dal Comune o da John Della California. Quando tanto ti batti per i diritti dei deboli, a partire dai poveri feti indifesi, ti vergogni di fronte a uno sperpero. Perché quel milione lo potevi mandare in Africa o anche solo civilizzare l’ultimo dei ghetti della tua città, così da prevenire un po’ ignoranza e di conseguenza magari anche qualche aborto di quelli fatti tanto per fare.

I soldi non li spende il Vaticano? Benissimo, manda una mail al Comune di Genova e gli dice: “Cari, noi siamo poveri e beati e gli sprechi ci danno acidità di stomaco. Vi mando una benedizione e il milione di euro usatelo per un ospedale”. Non ci sono altri punti di vista. Lo sperpero se lo possono permettere tutti, da Berlusconi a Beppe Grillo. Il Papa non può. Va contro la sua stessa dottrina.

Vi è poi un’altra affermazione di qualunquismo che recita, più o meno: perché invece di spendere soldi per salvare la foca monaca non si danno ai bambini che muoiono di fame? Ci abbiamo provato, ma se li giocano tutti ai cavalli.

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1 Commento

  1. Haran Banjo 27 May 2008 / 11:37

    Quoto tutto. TUTTO. Hai per caso fatto un giretto dalle parti del mio cervello?
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    “Il solo parlarne come se fosse un vezzo, un capriccio, dovrebbe essere peccato mortale”.
    E’ incredibile come molte persone, in un mondo così difficile, non riescano a capire la semplicità e la linearità di questo concetto.

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