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Dopo quasi due anni trascorsi nell’oblio, sono costretto a riaffacciarmi sul mio sitarello per una questione tecnica: implementare i vari pimpirillini per la legge sui cookie. O, meglio, cercare di implementarli, visto che non si capisce la consueta minchia. Chi fa il mio lavoro comprenderà, gli altri mi credano: il modo peggiore per trascorrere una serata, mettendo nella stessa classifica anche cagare zucche o entrare in una sinagoga accompagnati da Mel Gibson.

Dovrò anche cambiare tema al sito per renderlo mobile-friendly, visto che Google mi fa sapere che “I sistemi Google hanno testato 113 pagine del tuo sito e riscontrato che il 100% delle pagine presenta errori critici di usabilità sui dispositivi mobili” come se me ne fregasse un cazzo.

Ma in effetti mi frega, poiché proprio alcuni giorni fa cinico.net ha vinto il premio Miglior sito da consultare sul cellulare mentre si è in camporella con la fidanzata. L’ennesima soddisfazione.

Approfitto quindi di questi lavori in corso per salutare tutti e quindici i miei utenti. Grazie per passare di qui quotidianamente anche se non c’è mai niente da vedere. Un saluto poi ai visitatori occasionali, tipo i sette che sono arrivati qui cercando “l’aspira saliva del dentista è odioso” e i quattro che chiedono a Google “come offendere un uomo“. Ma soprattutto al tizio che cerca informazioni su “come farsi un clistere da soli“. Penso ti serva uno specchio, per andare tranquilli. C’è persino chi chiede “che lavoro fanno quelli su internet?“. La domanda non è chiara, ma se ti riferisci alla normale utenza navigante, credo che il 90% faccia uno dei seguenti lavori: carabiniere, poliziotto, avvocato, hacker. O, almeno, io se litigo con qualcuno sull’internet di solito mi risponde “Adesso sono cazzi tuoi, io faccio il carabiniere/poliziotto/avvocato e ti denuncio” oppure “Adesso sono cazzi tuoi, io sono un hacker, ti traccio l’IP e vengo a prenderti sotto casa”.

 

Ci si vede al prossimo update.

Cose mie, L'internet

Vita da webmaster [reprise]

Non andavo al bar del mio paesello da sei anni, circa. L’altra sera sono andato a prendere un dvd che mi aveva lasciato giù un amico. il tempo di sedermi al tavolino, arriva una tizia, mi gira attorno e mi fa: “Senti, tu che sei un genio del computer…”. Cazzo, non è ancora passata di moda questa abitudine, nel 2009? Le dico: “Senti un po’, ma se veniva al bar Rocco Siffredi ti facevi inculare?”

Cose mie, L'internet

Un altro pizzico di sana censura

Ma quindi Giuliani aveva ragione o no, a proposito del terremoto che ha fatto salire di 4 punti l’ammore della nostra terra dei cachi nei confronti del premier? Forse che sì, forse che no, forse che ce lo diranno i russi.

Nel frattempo, per nulla stanca dal lavoro di censura in Cina, la grande G (da non conforndersi con il punto G), sotto forma della grande Y e della grande T, prosegue allegramente la censura in un altro paese profondamente comunista: l’Italia. Ed ecco che un’intervista a una madre di famiglia sparisce dal portale.

Ops, mi è scivolato un pedofilo fuori dal monitor

Già una decina di anni fa, basta avere un pizzico di memoria (o internet), Giuseppe De Rita, all’epoca presidente del Cnel, definiva la legge 269 dell’agosto 98 (nota anche come legge anti-pedofilia) una “(…) Legge virtuale per un allarme virtuale, scritta per nascondere una realtà spaventosa: la pedofilia è nelle famiglie, il 90% degli abusi sui minori avviene in famiglia”.

Cosa è cambiato in questi anni? Nulla, a parte il valore del mio Mac 9600, che è passato da prodigio della tecnica a ingombrante soprammobile.

Questo per dare una risposta seria all’On. Carlucci e alla legislazione sulla rete (un resoconto dell’incontro qui). Sempre una decina di anni fa, basta avere un pizzico di memoria (o internet), un convegno sull’argomento, citando dati del Censis, ripeteva le stesse cose: “I 90% dei casi degli abusi sessuali avviene in famiglia; l’8% degli abusi è compiuto da persone esterne alla famiglia ma conosciute dal minore (e spesso si tratta di cosiddette figure “di riferimento”); solo il 2% dei casi chiama in causa persone sconosciute ai minori. La violenza sessuale contro i minori è una realtà che si sviluppa dentro – e non fuori o contro – gli istituti sociali più tradizionali (la famiglia, la scuola, la parrocchia, i luoghi di aggregazione).

La rete è il posto meno pericoloso in assoluto, per i vostri figli. Se hanno dei genitori che li seguono, ovviamente. Che bambini di tre anni vengano adescati da un pedofilo che si spaccia per il Grande Puffo lo trovo improbabile, visto che solitamente i bambini di tre anni non usano il computer. E gli adolescenti corrono gli stessi rischi ai quali si espongono quotidianamente, uscendo di casa per andare di nascosto a drogarsi in discoteca raccontandovi che vanno a studiare dal compagno di classe.

Quindi, quale è il problema pedofilia sulla rete? Che c’è qualche stronzo che si scambia foto e filmati che appagano la sua malattia mentale. E qualche figlio di puttana che ci costruisce sopra dei siti per lucrarci. Per queste teste di cazzo, la legge c’è già. Quando li sgami, li metti in galera. E butti le chiavi, semmai. Limitare le libertà collettive per punire i singoli è sempre sbagliato. Quanto alla carta d’identità telematica, buone notizie: non serve. Bene o male, siamo tutti rintracciabili. Tranne chi non vuole farsi rintracciare. Ovvero quelli per i quali si fa la legge, che continueranno a studiare modi per non farsi rintracciare.

La rete è il mondo che ci entra in casa. Nel mondo c’è di tutto, da quelli che si eccitano con pratiche innocenti tipo gonfiare palloncini o indossare collant, fino ai pedofili. C’erano prima di internet e ci saranno dopo. Mettere una legge è come chiudere una strada. Si fa l’inversione a U e se ne cerca un’altra.

A meno che la pedofilia non sia un pretesto. A pensar male si fa peccato…

L'internet