Ma le maestre sì

Magari non tutti scaricano gli allegati .tif. Io però me lo sono scaricato, metti che passa di qui uno e non mi crede. L’allegato è una pagina di QN (Il Giorno/Il Resto del Carlino/La Nazione), le parole sono di Francesco Cossiga. L’intervista è di Andrea Cangini. Il titolo è: “Bisogna fermarli, anche il terrorismo partì dagli atenei”.

“Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand’ero ministro dell’Interno. (…) Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città. Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri. Le forze dell’ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano. Soprattutto i docenti. Non quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì.”

Se vi hanno messo a ferro e fuoco la città e incendiato la macchina mentre Cossiga era ministro dell’interno, adesso potete andare a rettificare la denuncia verso ignoti.

Grazie a Marok per avermi allietato la giornata con questa informazione.

Cronaca vera/nera, Va tutto bene

Grazie per i reminders

A volte, mentre le notizie filtrate di qualche telegiornale mi finiscono fuori dal televisore, mi trovo costretto a pensare, a voce bassa: forse ho fatto male a votare quelli, avrei dovuto votare anch’io questi. Poi, per fortuna, questi fanno qualcosa che mi rimette il pensiero in fondo all’angolino buio della testa, cambio canale e mi guardo Un posto al sole estate.

Cronaca vera/nera, Va tutto bene

Laboratorio scolastico

FRATTA MAGGIORE (Napoli)Una insegnante donna di 40 anni e 5 minori sono stati denunciati per reati sessuali, nel napoletano. Il fatto è accaduto in una scuola media di Sant’Antimo, la ‘Giovanni XIII’ di via Piave. I cinque ragazzini, tre di 12 anni e due di 13 si erano appartati in un’aula con l’insegnante con il pretesto di discutere di una gita scolastica; in realtà, secondo quanto appurato dagli agenti del commissariato di polizia di Fratta Maggiore, era in corso una gara per chi aveva l’organo sessuale più lungo. Il caso è stato scoperto grazie ad una denuncia anonima.

La denuncia l’avrà fatta quello che aveva il cazzo più corto.

Cronaca vera/nera

Importare, acquistare, detenere!

Secondo la Cassazione, coltivare una pianta di marijuana è un reato. Oltre che una discreta spesa in lampade per indoor e corrente elettrica. Per i supremi giudici della IV sezione penale è da perseguire penalmente la coltivazione, sul balcone di casa, anche di una sola piantina di marijuana, indipendentemente dalle sue caratteristiche droganti.

La cassazione interpreta la legge Fini-Giovanardi e sostiene che “il referendum ha reso penalmente lecita solo la detenzione, l’importazione e l’acquisto di sostanze stupefacenti ad uso personale. Non la coltivazione (…)”.

Ovvero: se un ventenne si compra due semi e se li pianta sul suo balcone, fa fiorire le piante, se le mette a seccare in camera accanto al poster di Jay e Silent Bob e poi si fa l’annata tranquillo con un po’ di fumo dell’oblio, deve essere punito, perseguito penalmente.

Se invece il ventenne va al parco della città a comprare dell’hashish “importato”, da un tossicomane che ha tre palline di plastica in bocca con la cocaina e dieci pasticche di ecstasy infilate nel culo e gli passa il deca con due mani lerce e incrostate di sangue e piscio e malattie che si credevano sparite dall’800, può farlo. Cazzo, sì. E’ così che vorrei sorprendere mio figlio se dovesse farsi le canne: mentre compra un deca di fumo da un tossico anni 80 con due spadini sporchi di sangue nel taschino e che gli dice: “Vuoi anche un tiro di bamba? Vuoi anche una pastiglietta?”. Il tutto in mezzo al fottuto nulla, un parco buio in qualche perfiferia di città con una fauna di tossicomani, spaccini, malavitosi organizzati e non, ubriachi che si menano, papponi e travestiti con i copertoni infuocati lungo un viale nebbioso.

Gli direi: “Che spavento mi sono preso! Per un attimo ho pensato che fossi in camera tua da solo a coltivare una piantina nascosta nell’armadio!”. E ce ne andremmo via felici. Un travone ci sorriderà, saliremo in macchina e saluteremo gli spazzini che spostano un barbone assiderato per alzare un cassonetto. In lontananza un paio di spari, le urla di un matto, qualche sirena della polizia. E questa bella sensazione di essere a norma.

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p.s.: se per farsi una canna se la devono comprare nel fantasmagorico mercato della droga anziché usare il proprio balcone, poi non stupitevi se l’uso di coca tra i ggiovani cresce del 62%.

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Limite di velocità

Giuliano Ferrara, compiacendosi per l’esempio che rende lecita la cacciata di Luttazzi, lo comunica in una lettera a Repubblica.

Scrive Giuliano: Un mio amico americano dice: c’è la libertà di guidare, anche a trecento all’ora in una pista riservata a un pubblico pagante, ma in autostrada esistono limiti.

Non so in America, ma qui da noi la velocità massima è segnalata prima, non è a discrezione della polizia stradale. La7 con Luttazzi ha fatto come se in autostrada ci fosse un cartello con scritto “Vai pure a quanto ti pare, sulle nostre autostrade c’è libertà” e poi appena arrivi a 300 all’ora la stradale ti leva la patente e dice: “Sì, ok la libertà, ma a 300 all’ora puoi far male a qualcuno”.

Quindi: grazie per aver partecipato, ma serve un’altra lettera con un altro esempio.

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