Carabinieri in autostrada

Se c’è una cosa che non sopporto è incontrare i carabinieri in autostrada. Ci sono loro e dietro di loro una fila di trecento macchine. Loro vanno a 65 all’ora. E tutti dietro. Tutti. Panda. Uno Sport. Porsche. Sembra di essere a un funerale. Ogni tanto qualcuno non ce la fa più e sorpassa con indifferenza. Tutto ligio alle regole. Mette la freccia, cambia di corsia ordinatamente (che è come cambiare di corsia normalmente, ma con l’espressione composta, senza canticchiare o fischiettare – se fischietti potrebbero insospettirsi, che cazzo hai da fischiettare? – e senza sigaretta tra le labbra, che fa delinquente).

Una volta cambiata corsia, l’automobilista composto procede alla velocità di crociera regolarissima, anzi un po’ meno. Va a 122 km/h con il profilo facciale che trasmette dal finestrino, ai caramba, quanto segue: “Eh, sono veramente un autista provetto. Potrei anche andare a 130 all’ora, ma preferisco stare un po’ tranquillo e farmela a 122. Anzi, to’, me la faccio a 118. La prudenza non è mai troppa”.

Di questo passo, a 118, lentamente, moooooltoooo leeeentaaaameeeenteeee, la vettura coraggiosa sorpassa sempre più la macchina dei carabinieri. Sempre di più. Ancora un po’. Un altro po’… Ecco, adesso l’autista li vede dallo specchietto retrovisore. Fa un’espressione che dice: “Ehi, incredibile, pur seguendo il codice della strada per filo e per segno vi sto sorpassando. Incredibile vero? Eppure è così. Va bé, per sicurezza mi rimetterò nella corsia di partenza, non vorrei sbagliarmi”. E rientra. E si allontana sempre più. Piano piano aumenta il distacco. Fino a quando è abbastanza lontano da pensare “Ok, dai, non mi stanno guardando, se ne fottono di me, oggi non hanno voglia di rompere le palle a nessuno…” e allora va a 124, 125, 126, 127, 128… La macchina dei caramba è sempre più piccolina nello specchietto retrovisore. Più piccola, sempre più piccola, ancora più piccola… 129, 130… minuscola, invisibile… 135, 140, 150, 160… e VAFFANCULO, VAF-FAN-CU-LO, CON IL CODICE DELLA STRADA MI CI PULISCO IL CULO, MALEDETTI BASTARDI, MI AVETE FATTO PERDERE MEZZ’ORA DI VITA! PRRRRR!

Cose mie

Sana censura

In tutta la mia vita non ho mai censurato nessuno, quando ho avuto il “potere” per farlo. L’ho fatto oggi, segando un commento con due bestemmie nel mio post sottostante (quello dei dentisti).
Il commento, per intenderci, non offendeva me e non offendeva la mia religione, anche perché io non ho nessuna religione. Ciò non toglie che le bestemmie, a differenza di tanti reati concreti, vengono ancora utilizzate, sulla rete e non solo, per denunciare a destra e a manca chi le pubblica o chi ne tollera la pubblicazione sul proprio sito. Vi assicuro che è così, anche se pare incredibile. D’altra parte siamo in un mondo che fa guerre in nome di dio…

Purtroppo non ho i soldi nemmeno per telefonare all’avvocato, figurarsi prenderne uno. E’ per questo motivo che ho segato il messaggio dell’anonimo con il mal di denti.

Siccome non sono abituato a censurare, mi è parso giusto scrivere due righe per spiegare il mio gesto. Qui potete scrivere quello che vi pare, ma devo per forza tutelare il mio culo, quindi niente bestemmie per favore.

Cose mie

Ho paura del dentista!

Ho paura del dentista. Una paura terribile. Tutti mi dicono: “Ehi, non devi avere paura del dentista, sei un uomo ormai, per quale motivo hai paura del dentista?”. Per quale motivo? Cazzo, ce ne sono a decine, di motivi. Decine. Per esempio il rumore del trapano. Ziiiiiiii. Una zanzara amplificata che deve infilarti un pungiglione rotante nei nervi più fastidiosi e dolorosi del tuo corpo, mentre tu te ne stai disteso e inerme su una poltrona da SS con la bocca spalancata e un folle con mascherina e occhialini ti ci guarda dentro, trapanando e dicendoti cose tipo: “Apra molto”, “Apra grande”, “Adesso le farà un po’ male”.
Adesso? Cazzo, fino ad ora cos’è stato, il trailer?

Ziiiiiiii. Possibile che l’uomo vola, naviga, è arrivato sulla Luna, su Marte… e non è ancora riuscito a non far fare quello stridore allucinante ai trapani da dentista? Ziiiiiiii. Cazzo, inventatene uno silenzioso, no? Molti dentisti stanno introducendo la musica in studio, per soffocare un po’ il rumore del trapano grazie al sound che esce dalle casse. Ma se il trapano me lo metti a dieci centimetri dalle orecchie, cosa mai soffocherà la musica che esce dal soffitto? Mi devi mettere delle cuffie dalle quali esce a palla Anarchy in the UK dei Sex Pistols…

E la siringa delle anestesie? Quella siringa metallica di proporzioni smisurate che contiene la tubofiala di anestetico?? La prima volta che sono stato da un dentista, da bambino, quando ho visto la siringa ho pensato “Ehi, questo non è un dentista, sono stato rapito dagli alieni!”
Invece era una dentista. Nessun alieno ha siringhe di quella dimensione, occuperebbero troppo spazio sull’astronave. Dio, ogni volta che vedo quella siringa imploro il mio dentista di anestetizzarmi con una martellata in testa. Ma chi ha curato il design di queste siringhe, un inquisitore?

Per non parlare di tutta l’esposizione di trapani appesi in bella mostra di fronte a te. Ho capito che sono comodi e a portata di mano, ma non se li può mettere dietro? No, non intendo dietro (anche se spesso mentre mi trapana glielo grido mentalmente, di metterseli proprio lì), intendo dire di non mettermeli davanti alla faccia. Passo tutto il tempo guardando quei trapani appesi chiedendomi Oh mio Dio, Cristo Santissimo, quale di questi userà adesso? Dio, ti prego, fa che non sia proprio quello lì! No, quello no, quello no!

Il lato positivo di tutto questo è l’anestesia. Riduce il dolore del 98%. Dolore che si concentra nel 2%. E’ un dolore mentale, non lo puoi sopire. Mentre tieni la bocca spalancata sai che c’è questo tizio che sta infilando un trapano (ziiiiiiii) in un tuo dente, lo sta perforando e molto probabilmente sta toccando quella che fino a un momento fa ti ha descritto chiamandola “polpa”. Polpa. Argh, sta trapanando la tua polpa! Tu lo sai. Peggio: lo sa anche il tuo cervello. E se lo immagina di continuo, mentre sei lì seduto. Te lo bisbiglia in un orecchio.
– Ehi, sono il tuo cervello. Sbaglio, o questo tizio ti sta trapanando la polpa? Farà male, non credi? –
– Non dire cazzate, sono fatto di anestesia. –
– Anestesia? L’anestesia non fa niente. Secondo me fa male. Se ti concentri un po’, vedrai che lo senitirai, il dolore. –
– Vattene via, maledetto bastardo! –
– Ehi, sono il tuo cervello! Non sono io il nemico, ma questo tizio che dice “Apra grande” –

La liberazione è quando finalmente esci. Tutto il positivo si concentra nell’uscita. Il dente non ti fa più male (anche solo per via dell’anestesia) e tu finalmente stai prendendo l’ascensore per andartene a passeggiare sereno tra lo smog. In bocca ti rotolano frammenti di stucco che non sei riuscito a sciacquare via completamente con la piccola dose d’acqua che avevi nel bicchiere di plastica alla tua sinistra.
Sciacqui pure, ti dice una volta.
Sciacqui pure, un’altra volta.
Poi l’infermiera si dimentica ti premere il bottoncino per riempire di nuovo il bicchiere e al terzo sciacqui pure ti risciacqui con l’aria. Maledetta timidezza. Vorrei dire “Eh, con cosa mi sciacquo, col piscio di cavallo?”, ma non ci riesco. Sono timido. E ho la bocca piena di pezzi di stucco e sangue ed è tutta impastata dall’anestesia, quindi mi limito a usare la saliva che mi è rimasta e sputo quel che riesco.

E poi fuori. Finalmente, fuori. Con la bocca ancora scoordinata dalla lidocaina. Entri in un bar per farti un spremuta d’arancia o un caffé o una bevanda qualsiasi e dici al barista: Aoaoeoiuoao.

Cose mie

Fa caldo (parte prima)

Non so da voi, ma da me fa un caldo bestiale. E siccome da me sono anche abbastanza povero per permettermi il lusso di accendere il climatizzatore per delle ore, mi sono comprato un ventilatore a colonna.

Montarlo e utilizzarlo è stato molto semplice: mi è bastato seguire le istruzioni che vi linko qui, così ve le guardate anche voi.

Cose mie

Cinema

Be’, devo confessare che non vedo l’ora di essere seduto nel
mio cinema preferito
a gustarmi Star Wars III.

A molti questa seconda trilogia (che poi sarebbe la prima, cronologicamente parlando) non è piaciuta. A me sì. Non è un film: è un giro in giostra. Andare a vedere Star Wars è un po’ come andare a DisneyLand e provare le giostre più fighe.

Insomma, io adoro il cinema in quanto luogo di intrattenimento prima ancora che per tutto il resto. Per l’impegno ho la necessità delle mura domestiche, perché sono invecchiato e inacidito e qualunque brusio mi disturba, quindi non posso vivere il cinema come un luogo nel quale assorbire i colori di Kieslowski, ma come uno svago disimpegnato.

In questa ottica, Guerre Stellari è il cinema…
Anzi, ne è una parte. Perché il cinema, o andare al cinema, per essere precisi, è composto anche dal cinema stesso. Dagli stabili che contengono gli schermi, possibilmente giganti.
Quelli strafighi, con le poltrone comode e l’appoggia bicchiere per sistemarci una coca grande e il THX messo giù come si deve, che quando il film parte ti fa tremare lo stomaco per quanto pompa. Con il THX a vibrare come si deve, non ce ne sono di brutti film. Mi viene in mente per esempio Armageddon, quella immane cazzata dove Bruce Willis (mitico Bruce, comunque) e la sua squadra di trivellazione vanno a salvare il mondo ficcando una bomba atomica nel meteorite che sta arrivando a cancellarci tutti… Be’, mentre quel sonoro mi fischiava nelle orecchie credevo di essere di fronte al capolavoro assoluto.
Non mi stupisco che poi la gente abbia battuto le mani. Quando il vecchio Bruce dona il culo e si fa saltare per aria in dolby sorround con tutto l’asteroide l’applauso è quasi scontato, no? Non mi stupisco.

Ma non lo capisco. Voglio dire, per quale misterioso motivo la gente può voler battere le mani ai titoli di coda su uno schermo? A chi la esternano la loro approvazione, al muro?

Vabbé. Comunque restiamo fermi sul cinema. Io più di tutto amo i trailers all’inizio. Dio, li adoro. Se inizia subito il film e non ci sono stati i trailers divento matto, mi incazzo. Sono una parte fondamentale nel rito dell’andare al cinema. Poltrona comoda, coca, pop corn o caramelline gommose… Quelle a forma di pesce o coccodrillo o serpentello… e un bel prossimamente sul grande schermo.

I trailers dei film che verranno sono sempre leggermente più belli di quello che stai per guardare, perché c’è una concentrazione delle scene migliori. Ci sono quelli per i quali dici “Ah, figo questo, voglio proprio vederlo” e poi non lo vedrai mai. E ci sono quelli che ti mostrano per intero lo schema del film, dall’inizio alla fine, e ti passa la voglia di vederlo perché tanto ormai sai già tutto…

Poi il silenzio di qualche secondo. C’è un attimo di buio, un ultimo brusio della gente seduta, una manciata finale di pop corn messi in bocca, consumati di fretta per concentrare tutto il rumore della masticazione prima che inizi il film… poi a film iniziato si potranno mettere in bocca soltanto in scene rumorose per non disturbare… altro valido motivo per amare Star Wars, che è tutto un PEOWN PEOWN BONG SBAM FISS FISS BANG ZIP…
L’altra sera sono andato a vedere The Final Cut con questo sacchetto di poc corn in dimensione SUPERSIZE e per tutto lo stramaledetto film non c’è stato un colpo d’audio massiccio, mi sono dovuto mettere in bocca un pop corn ogni dieci minuti e farlo sciogliere, anziché masticarlo, per non essere io la colonna sonora del film… CRUNCH CRUNCH CRUNCH…

Dov’ero rimasto? Al silenzio di qualche secondo. Ultima manciata di popcorn. Poi le casse vomitano suoni definiti e precisi, ma le orecchie necessitano di qualche secondo per abituarsi, gli occhi devono mettere a fuoco le immagini che appaiono inondando la sala di luce. Il coglione che ho davanti si mette quanto più possibile eretto, tagliando con la testa l’angolo in basso a dx dello schermo. E se c’è una cosa che rovina la visione di un film – oltre al gruppetto di amici che chiacchiera e fa battute e ride per tutta la durata del medesimo – è una testa di cazzo in basso a sx o dx. I dettagli passeranno tutti da lì.

Cinema & TV, Cose mie